Boom di fotovoltaico: come massimizzare l’investimento

Il 2022 è stato l’anno del fotovoltaico e la cosa non dovrebbe stupirci. Il caro energia, la crisi climatica, i bonus e le agevolazioni fiscali: queste le principali ragioni alla base del boom di installazioni, una tendenza che non ha riguardato solo l’Italia, ma l’Europa in generale. Un investimento conveniente, senza dubbio, ma che va protetto nel tempo con interventi di manutenzione e pulizia programmati.
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Lo confermavano già i numeri risalenti al primo semestre del 2022: in soli 6 mesi, in Italia, sono stati installati 71.951 impianti per una potenza di 1 GW, una capacità di gran lunga maggiore a quella realizzata annualmente dal 2014 al 2021. Il recente report pubblicato da GSE (Gestore dei Servizi Energetici) conferma la tendenza: da un paragone con il 2021, risulta che la nuova potenza fotovoltaica del 2022 è addirittura quasi triplicata, soprattutto grazie agli impianti sotto i 20 kW che, più di tutti, hanno beneficiato di interventi normativi e fiscali.

Investire in un impianto fotovoltaico oggi, quindi, conviene particolarmente, soprattutto per quanto riguarda l’acquisto delle batterie di accumulo, oggetto di un’agevolazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2022. In sostanza, si tratta di un credito d’imposta destinato a chi, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022, ha installato questi accumulatori per immagazzinare l’energia prodotta in eccesso dall’impianto e renderla disponibile per il consumo nelle ore serali.

A rendere ulteriormente conveniente l’installazione di un impianto fotovoltaico c’è anche la sua durata. A differenza di altri generatori di energia, infatti, questa tipologia di impianti vanta una vita utile media di 25 anni, ben 10 in più rispetto ai solari termici. Una longevità, quella dei pannelli fotovoltaici, dimostrata dal primo impianto installato in Italia, sull’isola Vulcano, nel 1984 e ancora funzionante dopo quasi quarant’anni.

Non solo il sistema sta durando, oltre ogni previsione, ben oltre la vita media stimata di 25 anni, ma in tutto questo tempo ha perso solo lo 0,6% di rendimento.

Un caso? Decisamente no! La ragione è sempre ed unicamente la stessa: manutenzione!

È inverosimile pretendere che un sistema non regolarmente manutenuto e pulito possa raggiungere una tale durata e mantenere invariata l’efficienza nel tempo. I pannelli fotovoltaici, infatti, essendo installati all’esterno sono sottoposti a intemperie, maltempo, smog, sporco, polvere e residui vari che coprono i pannelli riducendone le superfici esposte al sole. Persino la pioggia contribuisce a depositare frammenti e particelle sui vari moduli dell’impianto, causando macchie che ne riducono la capacità di assorbimento dei raggi solari e, quindi, le prestazioni.

Un pulitore vale l’altro? Chiaramente no! Non solo è fondamentale avvalersi di prodotti professionali e certificati, ma serve anche distinguere tra pulitori acidi e alcalini, a seconda dello sporco da trattare.
I primi, con pH tra 0 e 6, sono particolarmente indicati per disincrostare residui di varia origine e natura come sale, ruggine, sporco organico e inorganico. Gli alcalini, invece, con pH tra 8-14, sono efficaci per rimuovere polline, smog e sgrassare le superfici.

Tra le novità 2023, Errecom presenta Sunlit, il disincrostante acido idoneo per la pulizia dei panelli fotovoltaici e solari termici. La sua speciale formula rimuove anche le incrostazioni più ostinate senza il rischio di compromettere la trasparenza dei pannelli o danneggiarne le superfici. Abbinato ad Apollo, il pulitore alcalino di Errecom ormai in commercio da anni, Sunlit ne potenzia e facilita l’azione pulente, garantendo ai pannelli una pulizia duratura nel tempo.

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